Dalla matita al balaustrone. La storia dell’uomo? Una riga grigia

Compasso e balaustrone Cartoclub

Scrittura e arte, scienza e tecnica: tutto è cominciato su un foglio

La matita, un semplice strumento di utilizzo quotidiano, è protagonista di momenti di successo nella storia dell’arte, della scienza, della tecnica.

Non c’è costruzione – macchina, nave o aereo – che non sia scaturita nelle sue primitive forme da una matita; non c’è schizzo per dipinto, verso poetico, frase musicale, che non abbia visto la luce proprio da questo “ordinario” oggetto. Eppure, è raro che ci si interroghi sull’origine della matita, che affonda le sue radici nella storia più remota.
La mina, la parte scrivente, è composta da un miscuglio di grafite e argilla aggiunti ad altri elementi. Ma la voglia di raccontare con immagini frammenti di vita risale al Paleolitico Superiore, quando in Africa e in Europa si tracciavano forme animali su rocce e pietre ricorrendo a
materiali naturali, mezzi di scrittura alternativi al dito e alle punte d’osso, più evoluti perché richiedevano un fissaggio che li preservasse
immutati nel tempo.
La stretta relazione tra disegno e scrittura ha determinato un’evoluzione rapida degli strumenti: i romani scrivevano con lo stilo, punta di ferro, rame o argento. Il primo sicuro utilizzo di una mina a piombo risale al XII secolo, con una successiva rapidissima diffusione, tanto che nel 1440, dato l’elevato prezzo, gli studenti in arte erano costretti a ripiegare su punte di altri metalli. A testimonianza dell’uso della mina di piombo nel XV secolo c’è la splendida produzione artistica di Dürer. Sempre in quest’epoca, in Italia, si diffondono bastoncini formati da piombo e stagno che tracciano un segno nitido e preciso cancellabile con mollica di pane.
Verso la fine del XVI secolo un clamoroso avvenimento segna la svolta: in Inghilterra viene scoperta la grafite, che può essere utilizzata direttamente per scrivere, con il vantaggio in più di non graffiare la carta. La scoperta dà avvio a una fiorente industria che sancisce la scomparsa delle punte metalliche.
Solo verso la fine del ‘600 però si ha la notizia di involucri di legno ideati per proteggere le mine, fino a allora usate senza rivestimento.
La grande diffusione di queste matite determina presto l’esaurimento delle miniere di grafite, con l’esigenza di individuare al più presto prodotti sostitutivi.

Nel VIII secolo c’è un’altra significativa svolta: Joseph Hardtmuth, geniale inventore nel settore dei materiali per l’edilizia e la decorazione, costretto ad utilizzare costantemente le matite, si rende conto che l’elemento negativo nella composizione delle mine è determinato dai leganti della grafite, che decide quindi di sostituire con argilla umida, ottenendo un corpo dalla struttura fine, stabile ed uniforme. E’ il 1790, nasce la mina ceramica, la moderna matita, subito prodotta su larga scala a prezzi contenuti.
E’ il nipote di Joseph, Franz, che nel 1850, investendo tutte le energie della fabbrica di matite, la battezza Koh-I-Noor sfruttando il successo del favoloso diamante indiano che porta quel nome. Non contento, decide di caratterizzare le matite ricorrendo al colore, il giallo ispirato alla bandiera austriaca (il nero è il colore della grafite). Nasce così la famosa matita gialla Koh-I-Noor, che riesce subito a vincere su tutta la concorrenza imponendosi con decisione nel mondo.

La Koh-I-Noor, il cui successo si è perpetuato senza interruzione fino ad oggi grazie all’intraprendenza degli eredi, è attualmente una grande società con sede a Vienna e filiali in tutto il mondo. Senza mai trascurare la tradizionale produzione di matite, per cui ancor oggi è necessario un grande sforzo di mezzi e di uomini, la Koh-I-Noor ha cercato negli anni di soddisfare con sempre maggior completezza le esigenze degli studenti e di quanti esprimono attraverso grafica e disegno la propria professione. E’ ricchissimo il catalogo, che offre soluzioni di qualità, con prodotti a ottima resa e prezzi convenienti. Tra quelli a elevato contenuto tecnologico destinati agli studenti, c’è la Rapidoliner, la più recente versione della tradizionale penna a china. Realizzata in materiale riciclabile, sposa a un design piacevole e moderno un’ottima maneggevolezza e robustezza, caratteristiche particolarmente apprezzate dai giovani come l’economicità.
Tra i prodotti più significativi distribuiti da Koh-I-Noor con il marchio Rotring, si deve poi ricordare il balaustrone da preferire al compasso, di cui rappresenta una decisiva evoluzione per l’assoluta precisione nella definizione di cerchi.
L’elevato contenuto tecnologico insito in questo prodotto si traduce nella regolazione micrometrica, nell’innesto compasso e nell’allunga cerchi fino a 570 mm, che ne fanno un articolo affidabile e completo, ideale per studenti e disegnatori.

Fonte: La Stampa, 22 settembre 1996